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Morire di selfie: lettera aperta ai giovanissimi

Cari ragazzi, 

non diventerete famosi per un selfie sull'orlo del dirupo! Dobbiamo darvi, infatti,  una terribile notizia. 

Qualsiasi cosa facciate, su Instagram continueranno a darvi (davvero) retta solo e soltanto i vostri amici e parenti.

Se volete diventare i più fichi della scuola forse sì, potrete farcela con qualche foto di gatti, palestra, vacanza, gatti, ma per diventare DAVVERO famosi sui social bisogna pagare. Pagare tantissimi soldi. Le persone che diventano popolari, che hanno molti follower e che trasformano le loro foto in un mestiere, questa grandissima popolarità la raggiungono pagando degli esperti e tanta, tanta pubblicità.

Non vogliamo dire che distinguersi sui social parlando dalla propria cameretta sia impossibile: si inizia spesso così. Instagram, come anche Facebook o Twitter, possono dare grandi soddisfazioni a chi ha qualcosa da dire. Però, appunto, dovreste avere qualcosa da dire di molto diverso dagli altri.

Siamo infinitamente addolorati per il ragazzo appena morto di selfie a Milano. Ha compiuto una imprudenza, ma a quindici anni le imprudenze si compiono. Ha fatto qualcosa che potrebbe fare chiunque in questo periodo storico alla sua età. È un ragazzo senza colpe. E di colpe secondo noi qui non ne ha nessun altro: non si possono accusare né genitori, né insegnanti, né amici, nessuno, perché siamo tutti parte di una enorme massa che si sta adattando alle nuove tecnologie e ancora non le sa maneggiare del tutto. Siamo a volte sovrastati dai loro effetti.

Ai giovanissimi però ci sentiamo di dire: le foto "dal dirupo" sono molto sciocche e del tutto inutili. Perché sono inutili? Perché oltre a non rendervi famosi, non vi daranno popolarità fra i vostri amici.

Considerateci i vostri fratelli maggiori super digital. Già: siamo sicuramente molto, molto più digital di voi, che gli strumenti sapete usarli ma non sapete come funzionano. Vogliamo assicurarvi che ci sono cose fighissime da fare offline per lasciare un segno.

Se decideste di immortalarvi in un selfie mortale al solo scopo di diventare il leader della comitiva oppure di fare colpo sul ragazzo che vi piace, lascereste proprio un pessimo ricordo. Quando i vostri amici saranno adulti senzienti, molto probabilmente vi ricorderanno come degli sciocchi. Queste persone faranno anche di tutto affinché i loro figli non crescano come voi, come quel compagno di classe che faceva bravate. E non vorranno che loro nemmeno lo frequentino, un tipo così. Provate a distinguervi nella vita reale: lì sì che ci vuole coraggio! Solo così costituirete davvero delle perle rare. 

Eleonora, coworking manager di Coaster

 
L'adolescenza è sicuramente un periodo complesso di vita dove la coscienza critica si sviluppa e si cominciano ad avere le prime delusioni e frustrazioni. Quando noi eravamo adolescenti abbiamo avuto la possibilità di costruire la nostra immagine e la nostra "corazza" senza il supplemento dei social, oggi tutto è cambiato. I social sono uno strumento che va utilizzato con attenzione: l'uso migliore che secondo noi se ne può fare è quello di "piazza" in cui esercitare il proprio pensiero, confrontarsi, educarsi a rispettarsi e raccontare le proprie storie. "Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla". Quello che ci piacerebbe dire ai ragazzi è che la vita non sono i selfie o il quantitativo di like: la vita è fatta dalle storie che viviamo ogni giorno, dalle persone che incontriamo e scontriamo. Vivete le persone, non fotografatele.
Giacomo&Aurora - PiMEGA
 

Quali responsabilità abbiamo, in tutto questo, noi "grandi"?

Forse quella di non avallare certi comportamenti, diventando anche duri, se necessario. E se il nostro ruolo è di educatori e insegnanti, abbiamo l'obbligo di conoscere il web, entrarci, approfondire ogni aspetto e parlare il linguaggio dei nostri allievi. Non possiamo nasconderci dietro a un "non ci capisco nulla". Il nostro compito è capire.

 

Author: Eleonora Dusi

Co-founder di COASTER. Sono una advisor per le PMI e la mia passione è realizzare per loro dei progetti di sviluppo che coinvolgano non solo i numeri, ma anche tanta sostanza. Mi muovo agevolmente nel mondo delle imprese familiari, dell'arte, delle società sportive - in alcune delle quali ricopro incarichi - e della micro-impresa. Citazione: "La vita è sostanzialmente tragica, ma a volte riesce a essere meravigliosa".

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