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Tinder e altre dating app: e si lavora pure!

Per un single contemporaneo, le dating app sono quasi un accessorio indispensabile: una giornata "smart", fatta di nessun orario dove gli amici sono sempre quelli e la possibilità di nuovi incontri è funestata da una colposa diffidenza sociale verso lo sconosciuto che ci abborda in treno. È la swipe life.

È Tinder il padrone indiscusso della scena: molto social, quasi glam, sdoganatissimo all'estero, sempre più accettato in Italia.  Talmente popolare da divenire (quasi) affidabile: "È troppo utilizzato perchè una persona impegnata ci metta la faccia", è il parere di alcuni nostri coworker. "Se cerchi avventure clandestine, sono altre le app da usare". Spopolano, per i fedifraghi, app minori e sotterranee. Ma anche Lovoo e Badoo, che restano appannaggio di chi cerca avventure.

OkCupid e Meetic usano l'approccio delle agenzie matrimoniali: chiedono di personalizzare numerosi parametri, alla ricerca di un match fra anime gemelle: chi "perde tempo" a configurarle, forse sta cercando qualcosa in più. Oppure, più semplicemente, non sa che a fornire più dettagli restringe il campo e riduce le compatibilità.

The Inner Circle - selecting dating,  invece, è quello che definiamo "il depuratore di Linkedin". Una dating app basata sui profili di Linkedin: impossibile restare anonimi, necessariamente sinceri su quello che si fa per vivere, Inner Circle nasce per "portare" fuori dalla piattaforma professionale l'abbordaggio, che sta appestando e snaturando anche quel social. "Almeno la metà delle richieste di contatto che mi arrivano su Linkedin vengono da perfetti sconosciuti che poi, dopo avermi agganciata, iniziano a farmi domande personali e battutine. Insomma: è chiaro sin da subito che non sono le mie competenze a interessarli", ci racconta una nostra coworker consulente.

A fare la differenza fra Tinder e queste app è l'argoritmo, che Tinder stesso definisce "aperto".  A maglie larghe, intende dire. Il sistema, infatti, non chiede molte informazioni e lo fa perchè funziona in base a posizione e comportamento degli utenti. Un po' come fanno Spotify e Netflix. Miglioro la tua esperienza interpretando i tuoi gusti in base alle tue scelte. Non solo: favorisco gli utenti che utilizzano maggiormente la app.

Qui di seguito riportiamo un estratto dell'articolo di VOX.com, scopiazzato un po' in tutto il web. Se ti serve la traduzione, la puoi trovare a questo link di Repubblica (che è fra i suddetti copisti e non lo cita nemmeno).

In March 2019, Tinder published a blog post explaining that this Elo score was “old news” and outdated, paling in comparison to its new “cutting-edge technology.” What that technology is exactly is explained only in broad terms, but it sounds like the Elo score evolved once Tinder had enough users with enough user history to predict who would like whom, based solely on the ways users select many of the same profiles as other users who are similar to them, and the way one user’s behavior can predict another’s, without ranking people in an explicitly competitive way. (This is very similar to the process Hinge uses, explained further down, and maybe not a coincidence that Tinder’s parent company, Match, acquired Hinge in February 2019.)

But it’s hard to deny that the process still depends a lot on physical appearance. The app is constantly updated to allow people to put more photos on their profile, and to make photos display larger in the interface, and there is no real incentive to add much personal information. Most users keep bios brief, and some take advantage of Spotify and Instagram integrations that let them add more context without actually putting in any additional information themselves.

Abbiamo osservato un curioso fenomeno.

Se qualcuno usa Linkedin per cuccare, altri usano Tinder (e co.) per lavorare. Un altro coworker ci rivela di aver ingaggiato più volte delle venditrici di integratori.

"Mettono in mostra il corpo, ti agganciano, poi al primo complimento ti dicono che sono così perchè fanno una vita sana, una dieta sana, usano integratori, poi te li propongono. Un funnel!".

Ci mostra una chat: è puro direct marketing. Nella parte maschile delle app, invece, pare si annidino numerosi promotori finanziari.

"Cerchi un appuntamento e ti ritrovi con un piano di risparmio"

dice garrula una coworker. E quindi decidiamo di parlarne con un suo contatto di Tinder che l'ha abbordata proprio così (ora sono amici: fra persone intelligenti sulla cosa si può ridere).

"È un modo come un altro per fare networking" ci dice. "Lavoro per un grande gruppo bancario con prodotti per i privati. Divido il mio tempo in una serie di attività: il golf, i circoli, i locali, i social network, le dating app. Tutto è utile per alimentare la rete. Uscire con una donna conosciuta così non ha solo il vantaggio intrinseco di farmi conoscere una persona, ma anche di avere un potenziale lead".

Gli chiediamo: ma queste persone non si sentono "usate"? In fondo sono lì per un altro motivo.

"No, perchè siamo entrambi lì per questo. Io sono single, la cosa può comunque nascere. Però chiarisco subito che uso la app con un doppio scopo. Lo dico espressamente a tutte: io sono qui anche per lavoro. Così se fra noi non nasce qualcosa, oppure non continua, io intanto ho ampliato la mia rete, con nuovi contatti social e nuove email a cui inviare le mie proposte commerciali".

Infine, una annotazione: frequentare le dating app dà modo anche di esplorare molto velocemente il panorama, confrontandosi con l'altro sesso con un elevato turnover: scarsamente time consuming, fornisce tante informazioni. Parlare con molte persone, sfiorando la confidenza che si può creare grazie al diaframma della tastiera, ci dà informazioni che possono tornare utili nelle relazioni, anche quelle lavorative.

Scoprire quanto può essere timido e impacciato un top manager è una epifania. Al prossimo meeting con un grande cliente sarai molto più rilassata.

Vieni a parlare dei tuoi swipe da Coaster! Qui non ci sono tabù. E oltre al lavoro c'è di più. Un'ora di coffice costa solo 5 Euro e hai tutto incluso, anche la colazione.

 

Author: Eleonora Dusi

Co-founder di COASTER. Sono una advisor per le PMI e la mia passione è realizzare per loro dei progetti di sviluppo che coinvolgano non solo i numeri, ma anche tanta sostanza. Mi muovo agevolmente nel mondo delle imprese familiari, dell'arte, delle società sportive - in alcune delle quali ricopro incarichi - e della micro-impresa. Citazione: "La vita è sostanzialmente tragica, ma a volte riesce a essere meravigliosa".

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